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Tumore prostata

Pazienti con osteosarcoma resecabile e chemioterapia pre-operatoria


Lo studio EURAMOS-1, risultato dalla collaborazione di 4 Gruppi di studio internazionali, ha analizzato un'ampia coorte di pazienti con osteosarcoma resecabile allo scopo di valutare gli effetti sulla sopravvivenza associati al cambiamento della chemioterapia post-operatoria in base alla risposta istologica.

I pazienti affetti da osteosarcoma resecabile, di età inferiore o uguale a 40 anni, sono stati trattati con regime MAP, basato sulla somministrazione pre-operatoria di 2 cicli di 5 settimane ciascuno di 120 mg/m2 di Cisplatino, 75 mg/m2 di Doxorubicina e 12 g/m2 x 2 di Metotrexato, e sulla somministrazione post-operatoria di 2 ulteriori cicli di regime MAP e di 2 cicli di solo regime MA ( Metotrexato e Doxorubicina ).

Dopo intervento chirurgico, i pazienti sono stati randomizzati a ricevere differenti trattamenti: i pazienti che nei campioni di resezione chirurgica presentavano una percentuale di tumore attivo superiore o uguale al 10% hanno ricevuto regime MAP o regime MAP in associazione a Ifosfamide e Etoposide, mentre i pazienti con percentuale di tumore attivo inferiore al 10% hanno ricevuto regime MAP o regime MAP seguito dalla somministrazione di Interferone pegilato.

La fase di reclutamento del più grande studio sull'osteosarcoma ad oggi condotto ha avuto inizio nel marzo 2005 e si è conclusa 75 mesi dopo, registrando un totale di 2.260 pazienti in cura presso 326 Centri in 17 differenti nazioni.
Circa 1.334 dei 2.260 pazienti registrati ( corrispondenti al 59% ) sono stati randomizzati a ricevere i differenti trattamenti, con un tasso di completamento del protocollo di chemioterapia pre-operatoria pari al 94%.

Per quanto riguarda le reazioni avverse, l'83% dei cicli è stato caratterizzato da neutropenia di grado 3-4 e il 59% è stato complicato dallo sviluppo di infezioni.
Sono stati inoltre registrati 3 decessi ( 0.13% ) correlati al trattamento chemioterapico pre-operatorio.

Al momento dell'intervento chirurgico definitivo, il 50% dei pazienti presentava almeno il 90% di tessuto necrotico nel campione resecato.

In conclusione, al momento attuale sono necessari nuovi modelli di progetti collaborativi per poter condurre con successo studi clinici che siano in grado di migliorare gli esiti oncologici nei pazienti con neoplasie rare; lo studio EURAMOS-1 ne ha dimostrano la fattibilità. ( Xagena2015 )

Whelan JS et al, Ann Oncol 2015; 26: 407-414

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